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Come precedentemente spiegato nell’articolo Lesione muscolare: di cosa si tratta, la diagnosi delle lesioni muscolari è principalmente basata sull’anamnesi e l’obiettività clinica.

 

Una prima Valutazione clinica potrebbe venire effettuata da un nostro Fisioterapista; saprà indirizzare al meglio il Tuo percorso di ripresa!

 

strappo muscolare la classificazione

 

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La diagnosi

Per completezza diagnostica si posso utilizzare le tecniche di imaging: diverse tecniche che vengono utilizzate per l’ottenimento o la produzione di immagini, con cui è possibile osservare un’area dell’organismo non visibile dall’esterno.

 

Sono utili per la classificazione e per la definizione della prognosi, cioè una previsione sul decorso e soprattutto sull’esito di un determinato quadro clinico.

L’esame più economico, veloce e meno invasivo per diagnosticare una lesione muscolare e la sua entità è l’Ecografia muscolo-scheletrica, effettuata da un Medico specializzato.

Essa andrebbe eseguita 48 ore dopo il trauma per permettere una più chiara visualizzazione del tipo di lesione.

L’ecografia è una procedura operatore-dipendente, poiché vengono richieste particolari doti di manualità e spirito di osservazione, oltre a cultura dell’immagine ed esperienza clinica.

L’esame dinamico con ecografia permette di valutare sia l’allungamento che la dislocazione di fasci muscolari terziari, oltre che l’estensione della lesione.
Le modalità Color Doppler e Power Doppler consentono di visualizzare il decorso delle arterie e delle vene e la quantità di sangue all’interno del muscolo.

Sarà in grado di diagnosticare e stadiare gli infortuni muscolari e in accordo col Fisioterapista pianificare l’opportuno percorso di cura e riabilitazione.

 

 

 

In alcuni casi potrà essere prescritta dal Medico anche la Risonanza Magnetica (RMN), per uno studio più accurato nei casi più gravi, o negli atleti di alto livello e nei professionisti, la RMN può confermare o escludere lesioni strutturali minori, quando la clinica e il quadro ecografico sono tra loro discordanti.

Le più recenti evidenze in ambito sportivo di alto livello raccomandano l’esecuzione combinata di ecografia e di RMN, poiché quest ultima da sola non è in grado di misurare con precisione l’estensione del danno strutturale.

 

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Il referto ti verrà consegnato direttamente dopo la visita, con le indicazioni per la tua Fisioterapia.

 

 

Siccome in letteratura è ancora aperto il dibattito su quale sia il miglior approccio terapeutico adottabile, sia in termini di diagnosi che in termini di strategie riabilitative, forniremo con questo articolo informazioni sulle linee guida di riferimento passate e presenti (in particolar modo sulle lesioni indirette).

 

la diagnosi

 

 

Classificazione lesioni muscolari

Nelle LESIONI DIRETTE, la contrazione muscolare, e quindi il movimento, sono compromessi dal trauma e dal conseguente insulto alle fibre muscolari.

Si distinguono quindi contusioni di grado:

–  Lieve: è concessa oltre la metà del range di movimento;

Moderato: è concessa meno della metà, ma più di 1/3 del range di movimento;

Severo: è concesso un range di movimento inferiore ad 1/3 rispetto al movimento fisiologico.

 

 

Per quanto riguarda le LESIONI INDIRETTE, ci sono vari autori che riportano differenti classificazioni per stadiarne la gravità.

Generalmente, si distinguono a seconda della quantità di tessuto muscolare lacerato.

Altri criteri per classificare sono basati sull’anamnesi e sulla sintomatologia.

 

 

La Classificazione ormai superata ma più conosciuta

La maggior parte dei Medici Ecografisti, prende ancora come riferimento la Classificazione di Nanni (2000), che tiene in considerazione tutti e tre i parametri; con questa ormai datata classificazione è possibile differenziare:

–  Contrattura: è un’alterazione del tono muscolare che insorge tipicamente a distanza dall’attività fisica, il dolore è poco localizzato, non ci sono evidenti lesioni delle fibre ed è ritenuta la conseguenza di uno stato di affaticamento muscolare generale.

Stiramento: non sono ancora presenti lacerazioni macroscopiche delle fibre. L’insorgenza è acuta e la persona è costretta ad abbandonare l’attività pur non essendo presente una impotenza funzionale immediata. La sede del dolore è più facilmente delineabile rispetto alla contrattura e si ha un aumento del tono muscolare compatibile con la sintomatologia dolorosa.

Strappo di I grado: è caratterizzata dalla lacerazione di poche miofibrille all’interno di un fascio muscolare, ma non dell’intero fascio. Il dolore, violento, ha un’insorgenza rapida, la persona non riesce solitamente a proseguire l’attività. Si ha sempre uno stravaso ematico più o meno evidente a seconda della localizzazione della lesione e, appunto, dell’entità dello strappo.

Strappo di II grado: dal punto di vista dei sintomi valgono le considerazioni fatte per lo strappo di I grado, con un deficit funzionale verosimilmente più importante, ma anatomicamente si avrà la lacerazione di uno o più fasci muscolari. Tuttavia, osservando il muscolo trasversalmente, la lesione occuperà meno dei ¾ della sua sezione.

Strappo di III grado: i sintomi sono simili alla descrizione precedentemente fatta per gli strappi di I e II grado, ma in questo caso la lesione coinvolge più di ¾ della superficie di sezione trasversa del muscolo. Il deficit muscolare è pressochè completo e in alcuni casi si può verificare anche la lesione completa del muscolo.

 

La recente Classificazione proposta dalla I.S.Mu.L.T.
Questa più aggiornata Classificazione della Italian Society of Muscles, Ligaments and Tendons (I.S.Mu.L.T.), ha lo scopo di “mettere d’accordo” i medici e i professionisti della riabilitazione sugli strumenti essenziali necessari per classificare, diagnosticare e trattare le varie lesioni muscolari. (Mueller-Wohlfahrt H-W, et al. Br J Sports Med, 2013)
Si differenziano sostanzialmente i parametri nella Classificazione delle Lesioni indirette, che a livello internazionale forniscono ad oggi Linee guida di riferimento.
Anche esperti italiani del settore sportivo hanno lavorato di comune accordo per dare indicazioni precise ed aggiornate.
 TABELLA LEZIONE INDIRETTA

Trattamento lesioni muscolari

Il tasso di re-infortunio nelle lesioni muscolari è elevato, e un trattamento inappropriato o un ritorno all’attività sportiva troppo precoce possono aumentare il tasso di recidiva e di complicanze.

La maggior parte delle lesioni muscolari è trattata conservativamente con risultati eccellenti, con un programma riabilitativo con caratteristiche precise:

  • precoce, cioè già dopo 1-2 giorni dall’infortunio;
  • un trattamento progressivo e personalizzato, che proceda per fasi definite in assenza di dolore;

Un percorso guidato dai Fisioterapisti Specializzati FISIO LOGIK è fondamentale per raggiungere buoni risultati terapeutici e ridurre il rischio di re-infortunio, di sviluppare fibrosi e ossificazioni.

 

Il trattamento chirurgico è riservato alle lesioni del ventre muscolare o della giunzione miotendinea e alle lesioni subtotali, con associato dolore persistente e perdita di forza, meno adatte al trattamento conservativo.

 

La nostra Clinica FISIO LOGIK offre un servizio di Riabilitazione e Rieducazione completa, svolto dai Nostri Fisioterapisti nell’ambiente più adatto, come in primis la palestra riabilitativa, poi eventualmente la piscina, il campo sportivo o il domicilio.

 

Per vincere la battaglia contro il dolore, l’edema e l’infiammazione, il percorso viene integrato dall’importante aiuto delle Terapie Fisiche Strumentali e delle Terapie Manuali.

Sicuramente le affronteremo in prossimi articoli più nel dettaglio come curare e prevenire questo frequente infortunio.

 

 

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