Morbo di Dupuytren: la Cordectomia, un trattamento innovativo

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Vediamo insieme alla Dottoressa Russomando come la Cordectomia può essere un trattamento innovativo per il Morbo di Dupuytren.

Come già annunciato ad arricchire il servizio di Riabilitazione della Mano di FISIO LOGIK, arriva una Professionista che ha maturato un’esperienza decennale al Policlinico di Modena. Medico Specialista in Ortopedia e Traumatologia con indirizzo in Chirurgia della Mano e Microchirurgia, estremamente preparata, cordiale e disponibile.

 

Si occupa della maggioranza delle patologie della Mano e del Polso (approfondisci):

  • traumatiche,
  • degenerative,
  • congenite,
  • neurologiche;

e agisce sia chirurgicamente (presso strutture rinomate del SSN e Privato), sia con modalità incruente (infiltrazioni, farmaci, terapie fisiche e manuali, tutori).

Valorizza il lavoro in Team coi Fisioterapisti della Mano, riconoscendo fondamentale l’integrazione nel percorso di cura.

 

Morbo di Dupuytren la Cordectomia, un trattamento innovativo

 

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Affronteremo insieme alcuni argomenti, intervistando la Dottoressa per voi, che risponderà alle più comuni domande che frequentemente si rivolgono ai Professionisti FISIO LOGIK. Buona lettura…

 

 

Cosa è il Dupuytren?

Dottoressa Russomando A. : E’ una patologia che interessa il palmo della mano e delle dita, caratterizzata da un anomalo ispessimento fibroso della fascia aponeurotica palmare, situata tra il grasso sottocutaneo della mano e le strutture muscolo-tendinee.

In questa patologia tale fascia si ispessisce formando noduli e cordoni che progressivamente tendono a retrarre in flessione le articolazioni interfalangee e metacarpo-falangee delle dita. Gli ultimi 2 raggi (mignolo e anulare) sono i più colpiti.

 

 

Morbo Dupuytren.docx

 

 

Chi colpisce e quali sono i sintomi?

Dottoressa Russomando A. : È più frequente nelle popolazioni caucasiche, ed è stato osservato che vi è una maggior incidenza fra soggetti affetti da diabete o ipercolesterolemia.

Maggiore nel sesso maschile sopra ai 45 anni, può colpire entrambe le mani, ma l’aspetto più importante ed evidente è che c’è una forte familiarità (qualcuno in famiglia che presenta la patologia).

 

Il primo sintomo della contrattura di Dupuytren è generalmente la comparsa di un nodulo sul palmo (più spesso in corrispondenza del medio o dell’anulare). Il nodulo può inizialmente dare disturbi come senso di fastidio ma quasi mai dolore, poi la comparsa di un cordone che può portare gradualmente le dita a piegarsi, con impossibilità ad estenderle.

 

La diagnosi, per un occhio esperto, è sostanzialmente clinica. Deriva dall’ispezione e la palpazione della mano, anche nelle fasi più iniziali.

 

 

Come si cura?

Dottoressa Russomando A.: Il trattamento dipende dallo stadio. Noi distinguiamo vari stadi in base alla gravità della flessione delle dita.

Lo stadio 0 è quello in cui sono presenti noduli o cordoni ma vi è una scarsa o assente flessione delle dita: l’articolazione Metacarpo falangea  è flessa a non più di 30 ° e interfalangea prossimale a non più di 20 °.

In tal caso non è necessario, anzi può essere dannoso intervenire, l’ unico approccio sensato è la valutazione evolutiva (rivalutazione nel tempo).

Quando le dita cominciano a flettersi oltre questi valori allora è richiesto un trattamento chirurgico volto ad interrompere i cordoni per ripristinare l’ estensione.

 

Esistono tecniche non chirurgiche:

  1. negli anni 50 è stata introdotta da un gruppo di reumatologi francesi la cordotomia percutanea con ago.
  2. sblocco dopo iniezione di Collagenasi di Clostridium Histolytycum.

 

Cordotomia percutanea con ago

Dottoressa Russomando A.: La prima tecnica, eseguita in anestesia locale, sfrutta la porzione tagliente dell’ago (a becco di flauto) che infissa nella zona di malattia, taglia la corda patologica, eseguendo la cosiddetta cordotomia percutanea.

 

Tecnica che presenta dei rischi, come ogni tecnica anche se mini-invasiva.

E’ di sicuro più indicata quando il cordone è situato alla metacarpo falangea e se la retrazione non è molto accentuata.

Non è invece molto indicata se la retrazione ed il cordone sono a livello della Falange prossimale perché a tale livello il nervo spesso assume un decorso spiroide intorno al cordone e può essere accidentalmente lesionato con l’ago.

Se c’è molta retrazione cutanea, estendendo il dito, la cute si può lacerare lasciando una zona di esposizione che impiega 4-6 settimane per chiudersi.

 

 

Collagenasi: trattamento con iniezioni sospeso dal 12/2019

Tecnica molto diffusa e nota negli ultimi anni, che ha decisamente soppiantato la cordotomia percutanea.

Tecnica mini-invasiva e costosa per l’elevato costo del farmaco. Anche questa con pochi rischi come lesioni tendinee; fasci vascolo-nervosi in caso di stravaso in profondità; lacerazioni cutanee per eccessiva retrazione che poi va fatta guarire per seconda intenzione.

 

Comunque la collagenasi attualmente, è stata ritirata dal commercio in Europa, per una decisione della Commissione Europea, datata Dicembre 2019. Quindi attualmente in Italia non è più reperibile ed utilizzabile.

 Chirurgia della Mano Bologna

 

 

Chirurgia della Mano Bologna

Quali sono le tecniche chirurgiche?

Dottoressa Russomando A.: Esistono essenzialmente 2 possibilità:

  1. La cordectomia: meno invasiva che consiste, mediante mini incisione, nel resecare il cordone ed estendere il dito. Si esegue in anestesia locale, in day surgery, con modesto sanguinamento e dolore post-opertaorio e più rapido recupero funzionale.
  2. L’alternativa più invasiva invece è la tradizionale aponeurectomia allargata, tecnica utilizzata ad oggi sempre meno. Consiste nella resezione del cordone e anche in un’esposizione chirurgica più ampia fine ad asportare più fascia possibile in modo da ridurre la possiblità di recidiva.

 

Sia la cordotomia percutanea che la cordectomia con mini incisione costituiscono delle ottime opzioni se utilizzate con la corretta indicazione ed offrono la possibilità di guarire più rapidamente con meno complicanze post-operatorie. Nell’ aponeurectomia allargata ci sono più rischi (edema, sanguinamento, algodistrofia, sviluppo di rigidità) e tempi di guarigione e recupero funzionale più lunghi.

Queste tecniche vanno eseguite solo da Medici specialisti esperti in Chirurgia della Mano che abbiano seguito una specifica formazione.

 

In caso di recidiva a volte è possibile ricorrere di nuovo a metodiche mini-invasive con la consapevolezza che l’ effetto della chirurgia è meno duraturo, oppure essere più radicali con l’aponeurectomia allargata.

 

 

Chirurgia-nel-Dupuytren

 

Morbo di Dupuytren e Fisioterapia

Dottoressa Russomando A.: Il decorso post operatorio è molto differente in base alla tecnica utilizzata. Sia nella tecnica classica che mini-invasive è importante l’ utilizzo del tutore di correzione, questo verrà costruito su misura con materiale termoplastico ultra leggero e confortevole dal Fisioterapista della Mano.

Andrà portato a tempo pieno per le prime 3 settimane e poi  per 6 mesi di notte. Comunque da subito, già 48 ore dopo l’ intervento, va iniziata la Riabilitazione precoce. Ovviamente nell’ aponeurectomia allargata i tempi di recupero della funzionalità sono più lenti , possono richiedere anche 2-3 mesi. Con le tecniche mini-invasive invece il recupero completo della mobilità è quasi immediato.

Può essere affiancata anche qualche seduta di Fisioterapia Strumentale abbinata a Mobilizzazioni ed Esercizi guidati, per un ottimale recupero funzionale.

 

Ecco perchè il lavoro del chirurgo deve esser in perfetta sinergia con il Fisioterapista.
A FISIO LOGIK la riabilitazione prosegue sempre sotto la supervisione del Fisioterapista Specializzato sulla Mano:

Dott. Luisi Riccardo

 

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